ALLERGIE E INTOLLERANZE: QUALI LE DIFFERENZE

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Sempre più spesso si fa confusione tra le intolleranze alimentari e le allergie. Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

LE ALLERGIE ALIMENTARI

Le allergie sono reazioni avverse del sistema immunitario contro molecole riconosciute estranee al nostro organismo (allergeni). Nel caso specifico delle allergie alimentari le molecole estranee, che determinano tale risposta da parte del nostro sistema immunitario, sono le normali proteine contenute negli alimenti.

Le macromolecole che introduciamo con l’alimentazione non danno problemi di risposte immunitarie semplicemente, perché vengono digerite nel nostro tratto gastrointestinale e vengono poi assorbite solo quando sono ormai piccole molecole che non verranno quindi riconosciute come estranee al nostro organismo.

Può accadere però che a causa di patologie infiammatorie del tratto gastrointestinale questo sistema digestivo venga a mancare e alcune proteine possano arrivare nell’intestino indigerite ed assorbite intere nel sistema circolatorio. Tali proteine nel sangue verranno inevitabilmente riconosciute come estranee e si avrà una prima sensibilizzazione a quel determinato alimento che le conteneva. Da quel momento in poi saremo inevitabilmente allergici a quell’alimento poiché basterà nuovamente ingerirlo per avere immediatamente una risposta allergica con manifestazioni patologiche di diversa natura che potranno coinvolgere il naso, i polmoni, la gola, la pelle e il tratto gastrointestinale.

Tali processi patologici nell’adulto sono invece da ritenersi fisiologici nei neonati che non hanno ancora raggiunto la maturità del tratto gastrointestinale e del sistema immunitario. Non è un caso quindi che le allergie alimentari si sviluppino con maggiore frequenza nell’età neonatale e che tendano poi a risolversi con la crescita.

Tra gli alimenti che più frequentemente causano allergia troviamo:

  • LATTE VACCINO. Abbastanza frequente nei bambini al di sotto dell’anno di età; si risolve solitamente entro i tre anni di vita del bambino.
  • UOVO. Solitamente l’albume è più allergenico rispetto al tuorlo.
  • ARACHIDI. Allergia che solitamente non si risolve con l’età.
  • LEGUMI.
  • PESCE.
  • CROSTACEI.
  • MOLLUSCHI.
  • MELE – PRUGNE – ALBICOCCHE – PESCHE – CILIEGIE. Possono dare reazione crociata con i pollini della Betulla e delle Composite.
  • CARNE DI MAIALE.

INTOLLERANZE ALIMENTARI

Discorso completamente differente è quello relativo alle intolleranze alimentari. Le intolleranze alimentari non sono, infatti, causate da risposte immunitarie ma da carenze enzimatiche che non ci permettono di digerire specifiche macromolecole contenute in determinati alimenti. Le uniche vere intolleranze alimentari sono l’intolleranza al lattosio (deficit di lattasi), il favismo (deficit di glucosio 6 fosfato deidrogenasi), la fenilchetonuria (carenza di fenilalanina idrossilasi), la galattosemia (deficit di galattochinasi, o di epimerasi, o di galattosio-1-P-uridil transferasi) e infine le intolleranze al fruttosio (carenze di fruttochinasi o di fruttosio 1-P aldolasi).

Ad oggi, un modo per identificare un’intolleranza alimentare è la dieta di eliminazione, una dieta molto restrittiva nella quale vengono esclusi tutti i cibi che possono potenzialmente innescare un’intolleranza. La dieta può protrarsi da 2 a 8 settimane, entro le quali solitamente i sintomi scompaiono (sempre che essi siano dovuti a un’intolleranza). Una volta che i sintomi sono sotto controllo, vengono reintrodotti i gruppi di alimenti che erano stati esclusi. Se reintroducendo un determinato gruppo ricompaiono i sintomi, allora tale gruppo è quello responsabile, altrimenti si passa alla reintroduzione del gruppo successivo. Una volta scoperti i gruppi da evitare, si può procedere al riformulazione della dieta. Tale procedura è da effettuarsi esclusivamente sotto supervisione medica, procedere in modo autonomo può essere pericoloso, in particolare per i pazienti affetti anche da altre patologie.

I test serologici che vengono spesso proposti per identificare le intolleranze alimentari non hanno alcuna valenza scientifica, essi misurano il livello di IgG relative a un particolare alimento; ma tale incremento nelle IgG è una risposta fisiologica dell’organismo al consumo di un particolare alimento e non producono pertanto alcun sintomo.

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