L’Autunno è sempre un’ottima stagione per passeggiare nei boschi e dedicarsi alla raccolta dei funghi. Questa pratica unisce la passione culinaria tanto cara a noi italiani con il piacere di fare una gradevole gita in un ambiente estremamente suggestivo. In questo caso, però, andare preparati e rispettare alcuni semplici consigli fa la differenza per godersi una bella esperienza senza correre alcun rischio per la propria salute.
I funghi sono organismi versatili e si possono ritrovare non solo nei boschi, ma anche nei prati, nei campi, nei giardini, sulle piante vive o morte, lungo le sponde dei fiumi, sulle concimaie, sia in pianura, sia in collina e in montagna, fino al limitare delle nevi perenni. Sono però importanti due aspetti prerequisito:
In Toscana la raccolta dei funghi epigei è disciplinata dalla L.R. 22 marzo 1999 n. 16 e successive modifiche ed integrazioni.
Per la raccolta dei funghi sul nostro territorio occorre l’autorizzazione che viene rilasciata dalla Regione Toscana, e non più dal Comune di residenza del richiedente.
L’autorizzazione è valida su tutto il territorio regionale; per la ricerca all’interno dei parchi, nazionali o regionali, occorre prendere visione dei rispettivi regolamenti che possono prevedere ulteriori autorizzazioni e/o modalità di raccolta diverse da quelle fissate dalla legge regionale.
L’attuale disciplina prevede i seguenti adempimenti per i residenti in Toscana:
– Coloro che vogliono raccogliere i funghi epigei spontanei nel solo territorio del comune di residenza non sono tenuti a munirsi di alcuna autorizzazione;
– Coloro che vogliono raccogliere i funghi epigei spontanei al di fuori del Comune di residenza sono tenuti ad effettuare un versamento sul conto corrente postale della Regione Toscana. La ricevuta va conservata e portata con sé al momento della raccolta, insieme a un documento di riconoscimento.
ALCUNI CONSIGLI PER LA RACCOLTA:
– La raccolta può essere esercitata da un’ora prima del sorgere del sole a un’ora dopo il tramonto. Nella raccolta non devono essere usati strumenti che rovinano il micelio, lo strato superficiale del terreno e gli apparati radicali della vegetazione (rastrelli).
– I funghi devono essere riposti in contenitori rigidi e areati, atti a diffondere le spore.
– È vietato l’uso di sacchetti di plastica.
– Il limite di raccolta giornaliero per persona è di tre chilogrammi a testa, salvo disposizioni specifiche.
CURIOSITÀ:
Sembra un po’ un paradosso, ma moltissime intossicazioni, forse la maggior parte, derivano dal consumo di funghi commestibili (porcini, chiodini, mazze di tamburo). Questo è dovuto perché anche tra i funghi commestibili ve ne sono alcuni che hanno piccolissime quantità di tossina e quindi sono relativamente sicuri e quelli che presentano tossine però termolabili e quindi, dopo un opportuno trattamento di cottura (dai 35 ai 45 minuti minimo), risultano sicuri per il consumo. Il consumo crudo è quindi fortemente sconsigliato e, per quei funghi che lo permettono deve essere soprattutto vicino alla raccolta (giorni immediatamente successivi).
Importante per completare il quadro è anche il consumo saltuario: viene generalmente consigliato di non eccedere i 200 g di fungo fresco alla settimana e in pasti distanti, per evitare un eccessivo accumulo di tossine anche in quei casi in cui il quantitativo residuo nel fungo sia molto basso.
RICORDA:
Quando si raccolgono i funghi bisogna far sempre molta attenzione e non bisogna essere superficiali; è importante far verificare i propri funghi da un esperto micologo dell’ASL! Rammenta che al controllo deve essere sottoposto l’intero quantitativo prelevato, il singolo fungo non è rappresentativo, pertanto non è garanzia di tutto il raccolto.
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Cristina Atturio, Divisione Tecnica Sfera Ingegneria.