Il TAR del Lazio ha stabilito che il Ministero della Salute dovrà attuare entro 6 mesi una campagna informativa sui rischi per la salute e per l’ambiente legati all’uso di dispositivi mobili. La valutazione dei rischi dei campi elettromagnetici è un passaggio importante e obbligatorio per la tutela della salute dei lavoratori.
Nell’intervista che segue Giacomo Corsetti spiega in cosa consistono i rilievi dei campi elettromagnetici (CEM) e come si conducono:
Da quanti anni ti occupi del rilievo dei Campi Elettromagnetici?
Sono due anni che mi sono specializzato nella valutazione di campi elettromagnetici, approfondendo la mia formazione pregressa relativa alla trattazione e valutazione dei rischi fisici in genere. Ritengo la materia molto interessante al fine di verificare l’esposizione lavorativa e personale a campi elettromagnetici che sempre di più fanno parte della nostra vita.
Che tipologie di controlli hai eseguito?
Controlli correlati all’attività lavorativa durante operazioni di:
Come si conduce un rilievo di campi elettromagnetici?
La prima fase della valutazione consiste in un censimento dei luoghi e delle attrezzature di lavoro. Queste devono essere classificate in base a criteri che riguardano la possibilità che possano essere superati i livelli di riferimento per la popolazione. Questa analisi preliminare viene svolta avendo come riferimento la norma CEI EN 50499.
Nell’analisi si andrà anche ad individuare i lavoratori professionalmente esposti, al fine di verificare la presenza di eventuale personale ritenuto particolarmente a rischio, per il quale devono essere svolte delle verifiche tecniche specifiche.
Infine, in caso di rischio potenzialmente presente sono svolte misurazioni dei campi presenti mediante apposita strumentazione.
Quindi possono essere necessari più giorni per eseguire il rilievo?
In funzione della tipologia delle attrezzature e del numero di misurazioni da dover effettuare, i rilievi possono protrarsi nel tempo.
In genere – una volta individuate le sorgenti e le aree ove si riscontra un campo disperso superiore ai livelli di riferimento valevoli per la popolazione generale – è indispensabile effettuare molteplici misurazioni per la definizione della seguente “zonizzazione”:
Zona 0: è la zona in cui i livelli di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico rispettano i limiti per la popolazione generale, oppure in cui tutte le sorgenti presenti sono conformi a priori. A questa zona può accedere chiunque, compresi i soggetti con controindicazioni alle esposizioni, quali i portatori di protesi metalliche o di dispositivi elettronici impiantati, le donne in gravidanza e i minori.
Zona 1: è la zona in cui è possibile che vengano superati i livelli di riferimento per la popolazione, ma in cui sono sicuramente rispettati i limiti occupazionali. L’accesso a questa zona deve essere consentito ai soli addetti alla lavorazione specifica in essa effettuata, previo accertamento di idoneità espositiva specifica a CEM da parte del Medico Competente; questi devono essere opportunamente formati ed informati. L’accesso deve invece essere precluso a tutti gli altri lavoratori, agli individui della popolazione ed in particolare ai soggetti con controindicazioni.
Zona 2: è la zona in cui i livelli di esposizione possono superare i valori limite occupazionali. L’accesso a questa zona deve di regola essere interdetto a chiunque, a meno che non siano attuate specifiche misure di tutela atte a prevenire il superamento dei VLE (Valori Limite di Esposizione) per i lavoratori addetti a specifiche attività al suo interno.
Sfera Ingegneria ha al suo interno un team di tecnici in grado di effettuare le misurazioni dei rischi fisici, compresi quelli dei CEM.
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Leggi anche: La valutazione dei campi elettromagnetici.
Vi ricordiamo anche che nel 2018 è stata emanata la nuova norma tecnica UNI EN 689:2018 sulla valutazione del rischio chimico: scoprite come valutarlo.