Tempo fa leggevo un articolo su una webzine dove si parlava del crescente divario nella comunicazione di coppia. Questa grande differenza, diceva l’articolo, è una questione proprio di genere: le donne si fanno “molti più film” degli uomini che, invece, hanno una comunicazione molto “più semplice”.
La mia riflessione è proprio su come fare a comunicare meglio non solo in famiglia, soprattutto sul lavoro.
Quando si parla di comunicazione, si fa riferimento a tutte quelle azioni che hanno come scopo ultimo la corretta ricezione di un messaggio inviato. La realtà è un tantino più complessa di questa semplice definizione.
Nella comunicazione infatti influiscono molti agenti, tra i quali l’istinto, l’umore, la sensibilità personale, le esperienze pregresse, persino il personale vocabolario che ognuno fa proprio.
Chi come me lavora nel campo della formazione, si misura tutti i giorni con delle domande fondamentali:
Numerosi conflitti si creano proprio da una cattiva comunicazione, da un errore nella trasmissione di quel messaggio che dovevamo inviare e questa interferenza può essersi creata in molti modi diversi, non tutti dipendenti dalla nostra volontà.
Per comunicare bene, ed essere quindi un buon comunicatore, è necessario essere flessibili, poiché non esiste un solo modo di apprendere, un solo tipo di intelligenza o sensibilità, un solo modo per ricevere e immagazzinare informazioni. A meno che tu non sia un programmatore, non insegnerai certo ad un computer. Non siamo macchine.
In aula vengono attuati più stili di comunicazione per far comprendere da tutti i messaggi che trasmettiamo: serve cambiare. Non stiamo raccontando favole, d’altra parte, stiamo cambiando la cultura della sicurezza nei lavoratori. Una cultura che è stata dettata in maniera errata da abitudine, gestioni carenti, mancanza di una formazione corretta e dal “si è sempre fatto così”.
Per essere un buon formatore bisogna non solo frequentare corsi obbligatori, ma esercitarsi con costanza nel tempo attuando le tecniche più giuste perché il messaggio che viene trasmesso sia recepito nella completezza del suo significato, chiunque sia l’utente che lo riceve.
E tu? Le tue abilità comunicative ti sono d’aiuto o noti che non agevolano le tue relazioni sul luogo di lavoro?
Alice Bettini, Learning Manager Sfera Ingegneria