Coronavirus, il contagio sul lavoro è infortunio

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È infortunio sul lavoro il contagio da coronavirus avvenuto in occasione di lavoro. Lo stabilisce il decreto Cura Italia approvato lo scorso 16 marzo 2020 che, fra le altre cose, regola e disciplina il contagio sul luogo di lavoro dal punto di vista assicurativo (per scoprire altri punti legati alla gestione del coronavirus in ambito aziendale, leggi: “COVID-19 e aziende: domande e risposte”).

Se si è contratto il coronavirus “in occasione di lavoro”, il contagio è assimilato all’infortunio sul lavoro: sarà quindi l’Inail a tutelare il lavoratore che è rimasto infettato (leggi anche: “Coronavirus: pulizia o sanificazione?”).

Cosa s’intende “in occasione di lavoro”?

Non solo sul luogo di lavoro ma in ogni altra situazione di lavoro ossia, azienda, ufficio, cantiere ma anche in altre situazioni riconducibili all’espletamento del rapporto di lavoro, quindi nel tragitto casa-lavoro, o in trasferta di lavoro, e in ogni altra situazione di lavoro.

Nel caso in cui, infine, gli eventi infettanti siano intervenuti durante il percorso casa-lavoro, si configura l’ipotesi di infortunio in itinere.

Quarantena

Una novità introdotta dal decreto “Cura Italia” riguarda la quarantena e stabilisce che il periodo di isolamento sia equiparato a malattia.

La Norma è valida per il solo settore privato e prevede che il periodo trascorso in quarantena, con sorveglianza attiva e/o in permanenza domiciliare fiduciaria, sia equiparato a malattia ai fini del trattamento economico che in genere prevede i primi tre giorni a carico del datore di lavoro e poi con partecipazione dell’Inps per il periodo successivo.

Malati gravi

Ulteriori norme specifiche sono previste per i malati gravi (lavoratori pubblici e privati), disabili gravi, immunodepressi, con patologie oncologiche o che hanno in corso terapie salvavita. Per queste figure il decreto prevede la possibilità di restare a casa fino al 30 aprile 2020, equiparando il relativo periodo di assenza dal lavoro a ricovero ospedaliero.

Scopri di più sul sito dell’INAIL.

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COVID-19 e aziende: domande e risposte

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