Art.37, Costituzione Italiana: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione […]”
Inoltre la tutela della sicurezza e della salute della lavoratrice madre è governata dal D.Lgs.81/08 (Testo Unico della sicurezza sul lavoro) e dal D.Lgs.26 marzo 2001, n.151 (Testo Unico della famiglia).
Come primo passo è importante ricordare che la definizione di lavoratrice madre è legata al processo d’informazione del proprio stato al datore di lavoro: se la lavoratrice non informa il datore di lavoro del proprio stato di gravidanza, la normativa di tutela non deve essere obbligatoriamente applicabile.
Per quanto riguarda la tutela delle lavoratrici madri, gli strumenti fondamentali per la gestione delle aree di rischio professionale sono due:
Gli obblighi del datore di lavoro riguardo alla valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza delle lavoratrici madri e riguardo all’informazione delle stesse riguardo tale valutazione sono sanciti agli art.11 del D.Lgs.151/2001 e all’art.36 del D.Lgs.81/08.
Tralasciando la parte normativa e quindi tutti gli obblighi a carico del datore di lavoro e della lavoratrice madre (per cui si rimanda al link http://www.sferaingegneria.com/normativa/lavoratrici-madri-cosa-cambia-con-il-decreto-del-fare/), concentriamo l’attenzione su una “sfida” che le lavoratrici madri si trovano spesso a dover affrontare: realizzarsi nel lavoro e al contempo avere una vita di famiglia soddisfacente. Conciliare carriera e maternità è sempre stressante e richiede una buona dose di organizzazione.
Le regole d’oro della mamma lavoratrice sono:
Oltre a queste “buone regole”, è auspicabile per la donna-madre-lavoratrice avere un clima sereno e collaborativo con chi vive con lei a casa.
Lavoro e famiglia sono conciliabili…con calma e pazienza!