FESTE, ALLARME ADDITIVI: RISCHI PER LA SALUTE

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Gli additivi alimentari li troviamo ovunque ed in occasione delle feste natalizie i consumatori ne assumono in quantità notevoli.

Gli additivi alimentari sono classificati dalla normativa europea in 24 categorie (direttiva 89/107/CEE) tra cui i 4 gruppi fondamentali dei coloranti, dei conservanti, degli antiossidanti e degli addensanti. Ma ci sono anche i correttori di acidità, gli esaltatori di sapidità (come il glutammato monosodico dei dadi per brodo), gli edulcoranti (come l’aspartame e la saccarina), i gelificanti ecc
Gli additivi alimentari sono identificati uno a uno da un codice alfanumerico costituito da una lettera E maiuscola seguita da tre numeri, e la loro presenza deve essere indicata riportando in etichetta il codice di ciascun additivo. La legge però non considera additivi alimentari i cosiddetti ‘aromatizzanti’ (cosa discutibile) e ne prescrive l’indicazione generica in etichetta con la dicitura ‘aromi’.
Gli additivi alimentari del gruppo dei coloranti sono contrassegnati con i numeri da E100 a E199, per esempio: E100 è la curcumina, E123 l’amaranto, E124 il rosso cocciniglia. Una ulteriore suddivisione riguarda il colore:

  • Giallo (da E100 a E109)
  • Giallo-arancio (E110)
  • Arancio (E111)
  • Rosso (da E120 a E129)
  • Blu e violetto (da E130 a E139)
  • Verde (da E140 a E149)
  • Da marrone a nero (da E150 a E160)
  • Altri colori (da E160 a E199) compresa la colorazione sterna (da E170 a E181)

 

Di alcuni codici è stata prevista una ulteriore suddivisione, per esempio: E160a, E160b, E160c, E160d, E160e, E160f. I singoli coloranti possono essere autorizzati in alcuni Paesi e in altri no. Alcuni sono considerati innocui, altri sono nocivi per la salute (ma non è detto che siano vietati in tutti i Paesi).

conservanti sono  utilizzati per rallentare il naturale deterioramento dei cibo causato da batteri, lieviti e muffe.  I codici dei conservanti vanno da E200 a E299, per esempio: E 210 (acido benzoico), E220 (anidride solforosa), E 249 (nitrito di potassio).

Gli antiossidanti evitano il processo di ossidazione degli alimenti e sono indicati con i codici da E300 a E385. Il gruppo comprende anche i ‘correttori di acidità’, che hanno una funzione leggermente diversa dagli antiossidanti very e propri, e che sono inidati da E325 a E385.

Gli addensanti infine (agar-agar, farina di semi di carrube, gomma arabica…) sono identificati con le sigle da E400 a E495).
E considerato che il consumatore medio dei paesi industrializzati ingerisce ogni anno 2-3 kg di additivi alimentari, si tratta di un problema serio.

La preoccupazione nasce perché sommati tra loro diventano responsabili dell’aumento del 5% delle allergie alimentari. Comunque un uso eccessivo degli additivi puo’ causare danni alla salute, poiché il potenziale effetto dannoso è in rapporto alla dose e al peso del consumatore e i primi a soffrirne sono i bambini, per l’uso di prodotti contenenti additivi e per il minor peso corporeo. Qualche esempio serve a dare la dimensione del fenomeno: i nitrati e nitriti di sodio e potassio, contenuti nelle carni preparate (salumi, prosciutti, ecc), interferiscono con la presenza di vitamina A e B1 e possono modificare il funzionamento della tiroide; in particolare i nitriti possono trasformarsi in nitrosammine, composti cancerogeni. I solfiti, contenuti nei crostacei, nel vino, nella frutta secca e candita, funghi secchi, ecc., possono dar luogo a reazioni allergiche come le asme bronchiali e l’orticaria. I fosfati, contenuti in budini, gelati, latte concentrato, prosciutto cotto, possono determinare una insufficiente calcificazione delle ossa“.

Soluzione?

Eliminarli del tutto è praticamente impossibile, e forse nemmeno necessario, ma ridurne l’assunzione è una cosa decisamente saggia. Ecco allora qualche consiglio.

  • Evitare il più possibile gli alimenti colorati artificialmente, servono solo a ‘ingolosire’ e non hanno niente a che vedere con gli ingredienti naturali.
  • Le bibite analcoliche, i prodotti ittici e la pasta di olive contengono come conservanti i benzoici (da E210 a E219) che sono tra le cause di reazioni allergiche e intolleranze.
  • Se si usa la buccia degli agrumi per cucinare vanno evitati quelli trattati al difenile (E230) perché si tratta di un conservante tossico.
  • Per lo stesso motivo di cui sopra bisognerebbe lavarsi le mani dopo aver sbucciato una banana se la buccia è stata trattata contro I microbe con il tiabendazolo (E233).
  • Di certi formaggi si mangia anche la buccia, ma è bene non farlo se questa ha l’aspetto ceroso o è molto lucida: quasi sicuramente contiene agenti di rivestimento con funzione antifungina e antimicotica che possono causare intolleranze.
  • Attenzione alla cosiddetta ‘sindrome da ristorante cinese’ causata da quel formidabile esaltatore di sapidità che è il glutammato monosodico (E621), che è l’ingrediente principale dei dadi per brodo.
  • Attenzione anche agli edulcoranti: alcuni contengono polioli e hanno effetti lassativi (mangiate in gran quantità certe caramelle e ve ne accorgete subito), altri possono dare mal di testa, orticaria e convulsioni (aspartame E951), di altri ancora si sospetta che possano essere carcinogeni (saccarina E954).
  • I nitrati e i nitriti (da E249 a E252) usati come conservanti nella carne in scatola, nei salumi e negli insaccati sono stati riconosciuti come cancerogeni. I solfiti (da E220 a E228) usati come conservanti in vino, birra, sottaceti e frutta secca irritano lo stomaco e causano cefalee. Non contengono solfiti il vino biologico e la birra fabbricata second la ‘legge della purezza’.

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