A un utilizzo senza regole dei monopattini elettrici, considerati un importante mezzo per lo sviluppo della mobilità sostenibile, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha voluto e ha elaborato un’ordinanza comunale, che stabilisce l’obbligo di indossare il casco per tutti coloro che usano i monopattini nella circolazione stradale, maggiorenni compresi. L’entrata in vigore di tale ordinanda rende Firenze il primo Comune ad aver integrato l’obbligo del casco anche ai maggiorenni al testo della legge Infrastrutture, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 Novembre 2021.
Dopo l’approvazione del Senato e la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il testo della legge ha introdotto le nuove regole stradali per chi si sposta a bordo di un monopattino elettrico. Si riporta in sintesi cosa è cambiato dal 10 novembre per i monopattini elettrici:
Mercoledì 1 Dicembre 2021 è di fatto entrato in vigore la suddetta ordinanza, irrobustita con la previsione di multe per chi viene sorpreso senza casco: 42 euro dentro i centri abitati, 87 euro sulle strade esterne. “I vigili controlleranno. – afferma il Sindaco – Noi lo facciamo per la sicurezza dei cittadini, non abbiamo altra finalità. Mi auguro che questa misura sia rispettata. Abbiamo già fatto il punto della situazione con il comandante della polizia municipale, avremo servizi dedicati con delle pattuglie e ovviamente si preoccuperanno di far rispettare l’ordinanza”.
Per dare maggiore efficacia il Comune di Firenze ha intrapreso due iniziative:
In primo luogo prevede l’erogazione di un contributo economico (denominato come “Bonus Casco”) a favore dei residenti nell’area urbana che acquisteranno un casco utilizzabile per il monopattino, o in alternativa la distribuzione ai richiedenti di caschi che saranno acquistati e distribuiti direttamente dall’amministrazione comunale per tutti coloro che presenteranno richiesta.
In secondo luogo si prevede di poter autorizzare, previo il raggiungimento di un accordo con i gestori, l’estensione delle flotte attualmente disponibili per i servizi di sharing di monopattini, a fronte dell’introduzione di soluzioni per agevolare l’utilizzo dei servizi da parte di quegli utenti occasionali che non sono provvisti di casco, come per esempio l’adeguamento dei veicoli con una custodia apposita per l’alloggiamento del casco, oppure l’introduzione di box fissi per il prelievo dei caschi. In questo modo saranno pienamente conciliati gli obiettivi di sicurezza stradale e di mobilità sostenibile.
E’ stata evidente la necessità di introdurre un’ordinanza come quella da poco introdotta poiché, poco prima della sua entrata in vigore, nonostante un ricorso al Tar presentato da una società di sharing, di noleggio dei monopattini, l’udienza è stata fatta ma il Tar ha rinviato la decisione di merito al 6 aprile 2022 e senza fare sospensiva. Quindi, l’atto è efficace e Firenze è città-test in Italia su questo fronte della sicurezza stradale. Il periodo è pure adatto a trovare una maggiore protezione: il gelo nelle strade di fondovalle peggiora la tenuta dei monopattini e il rischio di cadute autonome, incidenti con pedoni e veicoli a parte, è alto.
A seguito di uno studio dell’Osservatore Sharing Mobility presso il Ministero dell’Ambiente, emerge che nel 2021 ci sono stati in media 44 incidenti ogni 10.000 monopattini in sharing (ovvero lo 0,004%) ma soprattutto tre morti nei primi sei mesi in Italia e proprio a Firenze il 9 agosto c’è stata un’altra vittima: un 27enne che col monopattino ebbe uno scontro contro una moto. Cadde urtando con la testa il bordo del marciapiede e morì.
Nella stessa dichiarazione Dario Nardella ha concluso con “Faccio un appello a tutti i fiorentini, cerchiamo di dare il buon esempio e ricordiamoci che Firenze ha già pagato un prezzo alto verso la vita di un giovane che andava sul monopattino, ha battuto la testa ed è morto in un incidente. Chiedo a tutti di ricordare queste cose perché basta un po’ di pazienza, un piccolo gesto e sacrificio per salvare la vita di qualcuno. Io sono disposto a fare qualunque cosa pur di avere anche una sola possibilità in più di salvare una vita”.
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Articolo di Andrea Giglioli