Nel decennio compreso tra il 2002 e il 2011 gli infortuni sul lavoro nel comparto marittimo denunciati all’Inail si sono ridotti di circa il 38%, passando da 1.614 casi a 1.002.
Le categorie di navi maggiormente interessate da fenomeni infortunistici risultano le navi passeggeri (trasporto persone) le quali da sole coprono circa la metà dei casi annui che avvengono in mare, seguita dalle navi da carico (20,2%) e dalle navi da pesca (16%).
Le parti lese, per oltre la metà delle volte, risultano essere gli arti inferiori, le mani o dita e gli arti inferiori (rispettivamente 24,9% e 17,8%).
Gli infortuni marittimi causati dalle cadute rappresentano ben oltre il 50% degli incidenti che si verificano sulle navi. Di queste più del 40% è correlato, specificatamente, alle cadute dall’alto.
Questa tipologia di incidenti può arrivare anche a comportare in alcuni casi l’inabilità permanente del lavoratore, in generale solo una piccola casistica ha conseguenze molto gravi: circa il 53% è, infatti, senza postumi, mentre un’ulteriore 24% è caratterizzato da postumi di modesta gravità (con inabilità inferiore al 6%).
Le cause più frequenti:
Scale e maltempo. Le navi sono caratterizzate dalla presenza di molteplici scale che collegano ponti esterni posti a livelli differenti, spesso bagnati dalla pioggia o dal mare. Frequentemente viene richiesto al personale marittimo di camminare e lavorare in condizioni di per sé instabili a causa dei movimenti della nave, Inoltre, molte delle superfici calpestabili sono sdrucciolevoli perché bagnate da acqua.
Informazione e formazione dei lavoratori risorse essenziali. Le attività svolte sono caratterizzate da alta pericolosità, si dovrà pertanto cercare di contenere il più possibile i rischi attraverso l’introduzione di misure tecniche protettive, l’uso dei dispositivi di protezione individuale, l’organizzazione del lavoro e le procedure standardizzate. Per ridurre il verificarsi di infortuni particolarmente gravi e invalidati e che, in alcuni casi, possono portare addirittura alla morte, è necessario mettere in campo ogni strumento: tra i primi, l’informazione e la formazione dei lavoratori. La consapevolezza del rischio che si corre e la conoscenza dei metodi e degli strumenti idonei a ridurlo costituiscono, infatti, l’elemento cruciale della prevenzione.
Fonte: sito internet inail