Ogni anno in Italia si verificano circa 1300 infortuni mortali sul lavoro, 3 al giorno. Questo significa che durante la scrittura e lettura di questo articolo, sono morte 6 persone sul lavoro.
Digitando su Google la parola infortuni sul lavoro, ecco quali sono i risultati:
Questi sono gli infortuni del mese di ottobre 2022.
Si potrebbe andare avanti per molte pagine, ma non è questo l’intento. La domanda è: come mai si muore per lavoro?
Gli infortuni, ci dicono le statistiche INAIL, sono dati per l’80% da comportamento errato umano, il 18% per malfunzionamenti di macchine e attrezzature e il restante 2% da situazioni che non possono essere prevenute (per esempio un incidente automobilistico) e indipendenti dalla organizzazione del datore di lavoro.
Quello che deve far riflettere è quell’80% di comportamento errato umano: nessuno si sveglia la mattina con l’intento di farsi male, ci si augura, o con l’intenzione che sia la giornata giusta per perdere uno dei cinque sensi. Allora cosa ci spinge ad avere comportamenti errati?
Le risposte sono molte:
Tutte risposte plausibili ma che non bloccano questa strage infinita.
Se il D.Lgs. 81/2008 mette come prevenzione primaria la formazione, perché ancora le aziende tendono ad attuare stratagemmi per “aggiustarla” a proprio comodo?
La cultura della sicurezza, insieme di parole utilizzato spesso senza conoscerne appieno il significato, deve essere insegnata a tutti e a tutte le età. Non ci sono età troppo giovani o troppo anziane, serve sempre un “ripasso” per tutti.
Per un organizzare in azienda una serie di incontri per diffondere la cultura della sicurezza:
Scopri le date dei nostri corsi sulla sicurezza sul lavoro:
Articolo di Alice Bettini