QUANDO LA MUSICA PUO’ ESSERE DANNOSA

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Cresce il numero dei ragazzi che chiedono aiuto al reparto di otorino degli ospedali: fischi, ronzii negli orecchi, perdita parziale dell’udito; il problema dell’esposizione eccessiva al suono e alle fonti di rumore, continua a essere sottovalutato.

Un solo concerto rock o un’unica partita allo stadio potrebbero bastare per provocare danni permanenti all’udito: lo sostiene una nuova linea di studi secondo la quale una singola esposizione a rumori forti, ma non necessariamente assordanti, può provocare la morte di alcune terminazioni delle fibre nervose che connettono l’orecchio interno al cervello.

Questo è il messaggio di una nuova linea di ricerca: “Un’unica esposizione a rumori forti ma non assordanti potrebbe essere sufficiente a provocare un danno irreparabile ai nervi del sistema uditivo.”

In precedenza si credeva che l’unico effetto indesiderato dell’esposizione a rumori, come quelli di una serata in discoteca, fosse la fastidiosa ma temporanea sensazione di avere le orecchie tappate.
L’idea era che ci volessero anni, se non decenni, di traumi alle nicchie sensibili dell’orecchio interno per uccidere le minuscole cellule ciliate, dove le vibrazioni delle onde sonore sono convertite in segnali elettrici per essere poi processate all’interno dell’encefalo. Solo la morte delle cellule ciliate era ritenuta capace di compromettere l’abilità di udire distintamente nella confusione del chiasso diurno.

Lo studio su topi, cavie e cincillà, ha confermato quanto detto in precedenza, ovvero un’unica esposizione a un suono forte può provocare la morte di alcune terminazioni delle fibre nervose che connettono l’orecchio interno all’encefalo.

Secondo una ricerca americana già 60 dB, (decibel: l’unità di misura della pressione sonora) possono indurre conseguenze psichiche. A 85 dB inizia la soglia di pericolosità, a 95 decibel si rischiano danni se si ascolta musica per più di 4 ore, a 105 se si sta davanti agli altoparlanti per oltre un’ora, ma se i decibel sono 115 bastano 15 minuti, e a 120 si supera la soglia del dolore immediato con danni permanenti. Ebbene, in discoteca i decibel arrivano a 110. Rock, musica house o elettronica sono i maggiori killer dell’orecchio. Causano l’effetto-buco che, alle alte frequenze, indebolisce l’udito.

Insomma il prezzo da pagare per ascoltare la musica a tutto volume può essere davvero caro.

Ancora più male possono fare solo un clacson prolungato, un martello pneumatico che batte ininterrottamente, un petardo che scoppia a poca distanza, il motore di un jet in decollo.

Ludwig Van Beethoven non andava in discoteca ma per la musica divenne completamente sordo: sono le cellule acustiche cigliate, specie di microfoni ultrasensibili, ad andare incontro a lesioni sempre più pesanti quando l’orecchio è assediato a lungo da vibrazioni troppo elevate, e, quando il danno è fatto, non si può fare nulla per rigenerare l’udito.

Galeotta non è soltanto la discoteca. Il rischio può annidarsi anche nelle cuffie (se non imbottite) o negli auricolari di un I-pod, che raggiungono i 105-110 decibel; p25er chi ascolta la musica in ufficio attraverso gli auricolari: fate attenzione!

ECCO COSA RACCOMANDA L’OMS:

Per impedire che un passatempo piacevole come l’ascolto della musica diventi pericoloso per la nostra salute è sufficiente adottare delle semplici accortezze. La parola d’ordine è tenere i decibel sotto controllo. Infatti, lettori mp3 e smartphones vengono utilizzati spesso ad un volume molto alto per lunghi periodi di tempo, quando invece non andrebbero superati i 60 minuti al giorno. Ascoltare la musica con le cuffiette ad un volume di 95 decibel anche solo per mezz’ora al giorno significa danneggiare irrimediabilmente l’udito nel giro di un paio d’anni.
Più alto il volume, più rapida la comparsa del danno e la sua entità. E quindi i tempi di ascolto considerati sicuri variano con i decibel:

– 8 ore a 85 decibel (il rumore nell’abitacolo di un’automobile);

– 2 ore e mezza a 90dB (metropolitana);

– 47 minuti a 95dB, un quarto d’ora a 100dB (treno in transito);

– 4 minuti a 105 dB (un lettore mp3 con il volume al massimo);

– 28 secondi a 115dB (un concerto rock);

– 9 secondi a 120 dB (una sirena).

 

Se i limiti stabiliti per legge sulla rumorosità non vengono rispettati dai gestori dei locali, i consigli sono di mantenersi a distanza dalle casse.

 

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