La sicurezza se fossimo macchine: vivere o funzionare?

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Nel mondo dell’industria 4.0, siamo sempre più abituati ad affidarci alla tecnologia. Con la tecnologia lavoriamo, comunichiamo, archiviamo tutto ciò che non teniamo (più) nel mondo reale. “Errare è umano”: quindi le macchine, che non sono umane, non sbagliano mai? Di certo sotto molti punti di vista sono più precise di noi… salvo poi giocarci qualche scherzetto come mostrarci solo codici incomprensibili e un messaggio di errore all’accensione del computer (ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente voluto). In quei casi, se già vi siete giocati il jolly di “spengere e riaccendere” e non ha funzionato, potete:

  1. confidare nel backup,
  2. in caso di backup assente, sperare che l’assistenza tecnica riesca a recuperare i vostri dati fra tutti quei codici,
  3. in caso di fallimento nel recupero dei dati, chiamare un avvocato

L’avvocato non vi restituirà i vostri file, ma vi aiuterà a scrivere testamento prima che vi suicidiate.

Ma torniamo al punto 1: il backup. Che meraviglioso dispositivo di sicurezza! Non sarebbe bello se anche noi potessimo backupparci?
Hai un incidente? Basta ripristinare l’ultimo backup. Sei stato infettato da un virus? Niente paura, fai un passo indietro all’ultimo salvataggio.

Se tutti noi fossimo macchine, una società di salute e sicurezza sul lavoro come Sfera Ingegneria di cosa tratterebbe? Probabilmente i rischi maggiormente da monitorare e arginare sarebbero quello elettrico, meccanico, incendio e di contaminazione (informatica), ma abbiamo la sensazione che i casi di infortunio e decesso più frequenti sarebbero dati dai lavori in quota. Potete dire quello che volete sull’evoluzione di smartphone e tablet, ma decisamente non sono fatti per i capitomboli: versateci sopra un’intera bottiglia d’acqua o lasciate che il vostro cane gli dia una smorsicata e può darsi che funzionino ancora… ma fateli accidentalmente cadere dal divano e qualche danno l’hanno riportato di sicuro!

Quindi anche le macchine possono infortunarsi, la differenza è che a loro potete sostituire i pezzi oppure trasferire l’intero backup su un nuovo dispositivo. Noi non abbiamo questo lusso (però possiamo cadere dal divano senza nessuna – o quasi – conseguenza, se questo può consolarci). Eppure cosa succede? Che molto spesso proteggiamo i nostri dispositivi tech più di quanto proteggiamo noi stessi. Compriamo le più indistruttibili cover per lo smartphone e poi non mettiamo il casco per andare in motorino. Installiamo antivirus sui nostri computer e poi usciamo in pieno inverno con le caviglie scoperte perché va di moda, beccandoci il raffreddore. Abbiamo premura di appoggiare il tablet solo su superfici perfettamente stabili e poi non ci facciamo problemi a creare scalei provvisori accatastando oggetti a caso per arrivare a svitare una lampadina.

Non possiamo backupparci, ma potremmo trattare noi stessi almeno con la stessa premura con cui trattiamo i nostri oggetti di ultima generazione. Quanti incidenti potrebbero essere evitati se ci prendessimo appena un po’ più cura di noi stessi? Quante volte ci siamo fatti male in modo stupido? Cominciamo ad essere più responsabili!

Il telefono si ricompra, la salute no.

E mi raccomando: fate il backup dei vostri dispositivi, così l’opzione suicidio possiamo archiviarla definitivamente.

 

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