“L’AMBIENTE DI LAVORO SANO” SECONDO CRISTINA

LA VISITA ALLE SORGENTI DEL FIUME FIORA
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ART.56 DELLA LEGGE 28 DICEMBRE 2015 N°221
24 Novembre 2016

Mi presento: sono Cristina, faccio parte del team di Sfera Ingegneria da quasi un anno.

Ho iniziato la mia carriera lavorativa facendo parte “dell’area formazione”, dove mi occupavo, non solo dell’erogazione dei corsi, ma anche della loro organizzazione.

Oggi, oltre ad occuparmi di formazione, faccio parte della “divisione tecnica”, ovvero, mi occupo di consulenza sui luoghi di lavoro ed igiene e sicurezza e degli alimenti.

Le mie giornate lavorative, però, vertono molto sull’attività di formazione. La “Sicurezza” è spesso ritenuta una tematica “noiosa e seccante”; chi partecipa ad un corso affronta il tutto soltanto come un obbligo di legge, ma il mio intento è quello di cambiare la prospettiva, quasi sempre inizialmente negativa, di ogni discente, mostrando come la partecipazione ad un corso di formazione può essere vissuta come un’opportunità: l’opportunità di diventare persone consapevoli, persone che curano la propria salute fisica ma anche mentale perché venire a conoscenza di quelle che sono le cause del malessere psico-fisico dell’individuo è tutto un vantaggio e non il contrario; partecipare ad un corso permette di saper riconoscere una situazioni di rischio, e quindi di evitarla e segnalarla a chi di dovere.

Perché grazie alla formazione si è in grado di essere “soggetti attivi” nella prevenzione e della sicurezza aziendale.

La salute dell’individuo è spesso legata all’ambiente di lavoro in cui opera, vi presento quali, secondo me, sono elementi fondamentali per un “ambiente di lavoro sano”:

  1. AMBIENTE DI LAVORO LUMINOSO E RICCO DI PIANTE:

LA LUCE: ecco i suoi benefici:

  • Migliora lo stato d’animo, allontana stress, ansia e depressione e attiva le difese dell’organismo, di conseguenza consente di ammalarsi di meno.
  • Il sistema nervoso si mantiene efficiente, quindi aumenta la capacità di percepire bene ciò che ci circonda e di prendere decisioni migliori.
  • La luce aiuta a regolare il sonno perché, quando è presente la luce naturale, l’epifisi (ghiandola pineale) non rilascia più melatonina, l’ormone del sonno, e questo fa sì che poi, nel buio della notte, ne venga rilasciata una quantità maggiore, favorendo un buon riposo che fa bene al cuore.
  • Evita lo sviluppo di alcune malattie e alcuni studi effettuati dall’Università di Cambridge affermano che chi si espone con regolarità alla luce solare, ha meno probabilità di diventare miope.

LE PIANTE: ecco i loro benefici:

  • Aumentano la produttività: Marlon Nieuwenhuis, ricercatore in psicologia presso l’Università di Cardiff, ha riscontrato che la presenza di piante in ufficio aumenta la produttività dei dipendenti del 15%.
  • Ripuliscono l’aria: Oltre a essere decorative, alcune piante, sono un’arma formidabile per assorbire le onde elettromagnetiche. La Tillandsia, per esempio, è definita pianta anti-radiazioni.
  • Riducono lo stress: Un recente studio tedesco ha dimostrato che la presenza di piante nei luoghi di lavoro rende l’atmosfera più zen. Ci si sente meglio, più rilassati e si rende di più.
  • Migliorano l’umore: La melissa, per esempio, secondo uno studio condotto presso l’Università dell’Ohio, favorisce il buonumore grazie agli oli essenziali presenti nelle sue foglie.
  • Aiutano a sentirsi meglio: Secondo il professore Tove Fjeld avere un po’ di verde al lavoro riduce mal di testa, stanchezza, prurito agli occhi, mal di gola e fa diminuire l’assenteismo.
  • Rafforzano le relazioni: Uno studio condotto per la NASA ha dimostrato che avere delle piante in ufficio migliora il rapporto con i colleghi e facilita il lavoro di squadra.
  1. LA CONDIVISIONE DELLE ESPERIENZE:

Sul lavoro a volte vige la logica dei comparti stagni.  E’ la logica del confine, della mansione: “io di qua e tu di là” e in mezzo una linea di demarcazione che separa rigidamente ruoli, competenze ma anche abilità e saperi. Senza possibilità di scambio.

Ma esiste anche un’altra logica, la logica della frontiera.

La frontiera, a differenza del confine, è un autentico spazio di mezzo, una realtà particolare tra due realtà diverse, all’interno della quale persone, ruoli, esperienze, saperi, possono incontrarsi, sperimentare nuove soluzioni, ibridarsi a vicenda.  E’ un luogo fisico, o mentale, dove i confini vengono superati, un luogo di intrecci e di trasformazioni, dove sono favoriti gli scambi, le integrazioni, gli innesti.

Dobbiamo sempre più e sempre meglio essere “uomini e donne di frontiera”, “di collaborazione”.  Dipende da noi creare occasioni di incontro, di integrazione, di miglioramento lavorativo, di crescita professionale.

In azienda i naturali punti di riferimento per il personale non sono costituiti da “chi sa” ma da “chi sa e condivide”.  La differenza tra i due è quella che c’è tra chi gioca da solo senza passare mai la palla e chi gioca per e con la squadra cercando triangolazioni di competenze che portano al raggiungimento dell’obiettivo del gruppo

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