Lavorare in piedi (standing desk), una moda o una nuova frontiera per i videoterminalisti?

uscite
Le uscite di emergenza
15 Dicembre 2013
Incidente ferroviario Firenze, spunto di riflessione sulla valutazione dei rischi
14 Gennaio 2014

La postazione del videoterminalista, o comunque di tutti coloro che lavorano con un computer, è sin dal D.Lgs.626/94 rappresentata da una scrivania, una poltrona regolabile e su 5 razze e tutti i supporti informatici utili al lavoro (hardware, tastiera, mouse, videoterminale, stampante, telefono, etc.).

Nel D.Lgs.81/08 viene ribadito il diritto del videoterminalista (lavoratore che utilizza, in modo sistematico e abituale, un videoterminale per almeno 20 ore settimanale) che comporta una pausa di 15 minuti ogni 2 ore di lavoro, in assenza di disposizioni contrattuali specifiche. La pausa è intesa come interruzione dall’uso del videoterminale, ovvero il lavoratore potrà svolgere altre attività, ma distogliendo lo sguardo dal videoterminale e potendo passare dalla postura seduta alla postura assisa.

In questo articolo vogliamo dedicarci alle problematiche di natura ergonomica ed in particolare della postura, tralasciando le altre potenziali tecnopatie connesse all’attività del videoterminalista.

La postura seduta, se protratta nel tempo e abitudinale, comporta una serie di complicazioni alla salute della persona:

  • sovraccarico biomeccanico con particolare interessamento della zona dorso lombare del rachide;
  • spesa energetica muscolare maggiore e pressioni diverse sui dischi intervertebrali, rispetto alla postura eretta;
  • immobilismo del bacino;
  • favorite le lombalgie;
  • diabete;
  • riduzione del tasso del metabolismo.

Dato che il datore di lavoro è tenuto ad adottare tutte le misure di prevenzione e protezione atte a ridurre al minimo i rischi, ove non sia possibile eliminarli, ecco che possono essere presi in considerazione gli studi medici che suggeriscono di LAVORARE IN PIEDI!

Gli studi si sono concentrati negli Stati Uniti, dove ormai sta prendendo sempre più piede lo “standing desk” e il “treadmill desk”. Una nuova mania o un ottimo rimedio per la nostra salute?

Alcuni studi sostengono che l’attività sportiva (palestra, jogging, etc) pare fornire benefici irrilevanti se preceduta o seguita da una 8 ore di attività lavorativa con postura assisa (fonte Economist).

Altri studi, condotti da Emma Wilmot, attestano che gli individui più sedentari hanno un rischio doppio di sviluppare il diabete, ancora un rischio doppio di morire di infarto e ancora maggiore di sviluppare una malattia cardiovascolare. E’ dimostrato, inoltre, che lavorare in piedi:

  • aiuta a bruciare fino a 144 calorie al giorno in più rispetto a chi lavora costantemente seduto (John Buckley, Università di Chester, Inghilterra);
  • benefici alla postura e alle articolazioni;
  • aumento della produzione di un enzima, la “lipoproteina lipasi”, che agendo sui trigliceridi gioca un ruolo fondamentale sia nella trasformazione del colesterolo cattivo in quello buono, sia nel metabolismo degli zuccheri, e di consegiuenza nell’esporre a rischio diabete. L’attività da seduti comporta la diminuzione di tale enzima fino al 90% in meno (Anuop Kanodia, Università dell’Ohio, USA);
  • aumento di produttività fino a 50 minuti in più (JP Labrosse, fondatore ed amministratore delegato della Stir);
  • aumento del tasso metabolico;
  • riduzione dell’obesità;
  • miglioramento della circolazione sanguigna

Come fare a lavorare in piedi facendo attività con un videoterminale?

Proliferano sempre di più sul mercato gli “standing desk” (omettiamo per scelta i “treadmill desk”, ovvero scrivanie dotate di tapiroulant); essi sono scrivanie rialzate che consentono di:

  • lavorare con un videoterminale in postura eretta;
  • appoggiare l’avambraccio in modo da formare un angolo di 90° a livello del gomito;
  • avere il videoterminale ad altezza occhi.

Ma è vero che lavorando sempre in piedi si ottengano soltano benefici?

Se da un lato aumentano sempre di più gli studi che demonizzano l’attività sedentaria, è anche vero che dall’altro lato lavorare sempre in piedi comporta altri tipi di controindicazioni:

  • stare a lungo in piedi è molto faticoso;
  • stare in piedi (in modo statico) affatica più che camminare;
  • stare in piedi può causare disturbi alla schiena, alle gambe e ai piedi, così come stare a lungo seduti;
  • il corpo tende ad assumere una «cattiva» postura, con incurvamento delle spalle  in avanti, la parte alta della schiena si curva all’indietro, l’addome diventa prominente, il bacino si sposta in avanti;
  • il peso sulla volta plantare tende ad appiattirla contribuendo alla formazione dei piedi piatti;
  • ostacolazione della circolazione delle gambe: i piedi e le gambe si gonfiano
    e diventano doloranti;
  • dilatazione dei vasi venosi: si formano delle varici

Esiste quindi una soluzione?

A nostro giudizioni, nell’ambito della valutazione dei rischi, la migliore misura di prevenzione per i disturbi da postura, sia essa eretta che assisa, è l’alternanza delle posture stesse; è infatti la singola postura (eretta o assisa) che, protratta nel tempo, comporta disturbi di diversa natura!

Nell’organizzare l’attività del videoterminalista è consigliabile prevedere che passi più tempo in piedi (max 90-120 minuti), magari attrezzando la sua postazione di lavoro con uno “standing desk”, prevedendo però attività anche da seduto (15-20 minuti). In sostanza dovremmo prendere per buoni i cicli di lavoro disposti dal D.Lgs.81/08, invertendone la postura.

 

Vuoi restare sempre aggiornato?

_______

Ricevi gli ultimi articoli nella tua casella di posta.