Le morti bianche non si fermano nel nostro paese.
Come ad ogni inizio del nuovo anno, si procede a fare il punto sulla situazione delle morti bianche rispetto all’anno appena concluso, con la speranza che questi dati riportati possano sensibilizzare il lettore e contribuire alla diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro.
In base all’ultima analisi fatta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering sulla base dei dati INAIL, salgono a 686 gli infortuni mortali avvenuti durante un rapporto di lavoro e 249 quelli accaduti in itinere da Gennaio a Novembre 2016.
In testa a questa drammatica classifica si trova nuovamente la regione Emilia Romagna con 84 casi di morti sul lavoro, seguita dal Veneto e dalla Lombardia (rispettivamente 80 e 73 vittime).
La Valle d’Aosta risulta essere l’unica regione con nessun caso riscontrato nel 2016.
A livello provinciale, la più colpita è Roma con un totale di 32 vittime registrate, seguita da Vicenza e Napoli con 22 casi ciascuno.
Il macro settore economico che conta il maggior numero di decessi (un totale di 103 casi pari al 15%) è quello delle costruzioni, seguito dalle attività manifatturiere con 93 morti (pari al 13,6% del totale) e dal settore dei trasporti e magazzinaggio (83 casi pari al 12,1%).
Tra i 686 casi riscontrati a livello nazionale, il 15,6% di questi ha coinvolto dei lavoratori stranieri, mentre 44 casi (pari al 6,4%) hanno interessato lavoratrici.
La fascia di età che guida questa nefasta classifica è quella compresa tra i 45 e i 54 anni (231 casi e 33,7%); tuttavia il tasso di mortalità più alto rispetto alla popolazione lavorativa, si registra negli ultra sessantacinquenni.
A conclusione di ciò si segnala che l’unico dato confortante è la riduzione degli incidenti di mortalità del 14,3% (114 casi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.