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La sicurezza antincendio è ad oggi regolata dal Decreto Ministeriale 10 marzo 1998 e dal Decreto Legislativo n.81 del 9 aprile 2008.

In caso di incendio deve essere garantito un esodo degli occupanti di un immobile in tempi utili per salvaguardare la propria salute e la propria sicurezza.

In questo articolo vogliamo concentrarci sulle uscite di emergenza (Leggi anche: Il maniglione antipanico).

L’uscita di emergenza è una uscita che immette dal luogo pericoloso ad un luogo sicuro; a eccezione dei luoghi di lavoro di piccole dimensioni o dei locali a rischio di incendio medio o basso, tutti gli altri luoghi di lavoro devono avere uscite di emergenza alternative. Per raggiungere l’uscita di emergenza gli occupanti non devono percorrere percorsi di lunghezza superiore a 15-30 metri (rischio elevato), 30-45 metri (rischio medio), 45-60 metri (rischio basso).

 

Per il dimensionamento delle uscite di emergenza si deve tener conto del massimo affollamento ipotizzabile; la larghezza utile per garantire un adeguato esodo è calcolata come 60cm ogni 50 persone. Tale calcolo è fatto su moduli, pertanto non si possono fare proporzioni; ad esempio, se si ha un luogo di lavoro con un affollamento massimo previsto pari a 80 persone si dovrà avere almeno 2 moduli da 60cm.

La larghezza minima di un’uscita non può essere inferiore a 0,80 metri con tolleranza del 2%) e deve essere conteggiata pari a un modulo unitario di passaggio e pertanto sufficiente all’esodo di 50 persone nei luoghi di lavoro a rischio di incendio medio o basso.

 

Per quanto sopra detto, garantire in ogni momento la fruibilità delle uscite di emergenza, è basilare per la vita di ciascun luogo di lavoro. Ostruire una uscita di emergenza, o peggio ancora andandola a chiudere con catene, lucchetti e serrature, non equivale a far evacuare “più lentamente” gli occupanti, ma corrisponde ad un effettivo rischio di impedimento all’evacuazione. Una folla che si reca verso una uscita di emergenza, trovandola inutilizzabile, non sarà facile che possa cambiare direzione (si ricorda il panico!); inoltre il reale rischio, supposto che la folla possa riversarsi su una seconda uscita di emergenza, si avranno buone probabilità di un sovraffollamento e, quindi, un’ostruzione che potrebbe bloccare tutte le persone all’interno del luogo di lavoro durante un’emergenza.

 

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