Il caffè è la bevanda preferita in tutto il mondo e viene assaporata in modo diverso in ogni paese. Non c’è nulla di più familiare e rassicurante del gorgoglio del caffè che “sale” nella moka sui fornelli di casa mentre la sua deliziosa aroma pervade la casa.
La “Cantata del Caffè” di Bach è un tributo al caffè inteso nelle sue due accezioni:
1) la profumata bevanda che in quegli anni si diffondeva in Germania e in Austria diventando il primo concorrente della birra;
2) il locale pubblico che a partire dal XVIII secolo diventa il luogo d’incontro e conversazione prediletto da artisti, studenti e intellettuali illuminati.
Tutti amavano e amano il caffè: si dice che Beethoven contasse pazientemente i sessanta chicchi necessari alla preparazione di ogni tazza, in modo che il suo caffè risultasse sempre della stessa forza.
Il caffè a lavoro è sinonimo di break, quel momento atteso a metà giornata in cui concediamo una piccola pausa per noi stessi e per riprendersi da piccole problematiche lavorative.
“Ci vorrebbe un buon caffè” è la frase tipica fra colleghi a seguito di riunioni o appuntamenti impegnativi. Sarebbe bene, però, non abusarne dato che contiene caffeina che, a dosi elevate, potrebbe portare tachicardia, bruciori e acidità di stomaco, riduzione dell’assorbimento di ferro e di calcio, insonnia ed eccitabilità…
La dose sicura di caffeina giornaliera è di 300 mg contenuta in:
– 3/4 tazzine di caffè,
– 6 tazze di tè,
– 10 lattine di coca cola,
– 8 tazze di cioccolata calda,
– 400 gr di cioccolato extra-fondente.
Ovviamente i sopracitati alimenti e bevande hanno un effetto cumulativo della caffeina in essi contenuta se ingeriti insieme, quindi l’alternarli nella stessa giornata non sempre è positivo.
Visto l’uso sempre più diffuso del caffè, lo stesso è stato considerato per molti anni potenzialmente cancerogeno.
Nel 1991 il caffè venne classificato come alimento 2b cioè “probabilmente cancerogeno”, ma oggi la scienza, tramite l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha dovuto ricredersi.
Il team di 23 scienziati provenienti da tutto il mondo ha smentito le ipotesi del 1991 sulla cancerogenicità del caffè, prendendo a riferimento il consumo medio di 3-4 tazzine al giorno su una popolazione normale, cioè su persone che non soffrono di malattie come la cirrosi.
Addirittura il caffè avrebbe degli effetti positivi:
– Effetto protettivo contro l’insorgenza di tumori all’utero e al fegato,
– Benefici per la memoria.
Attenzione però: il caffè non deve avere temperatura superiore ai 65°C: se bevuto troppo caldo torna ad essere classificabile come alimento di categoria 2b.
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