PRENDERSI CURA DI CHI SI PRENDE CURA

TECNOLOGIA A SERVIZIO DELLA SICUREZZA
31 Gennaio 2017
ISCRIZIONE NEWSLETTER
2 Febbraio 2017

Può sembrare uno scioglilingua, ma in realtà consideriamo il lavoratore del settore di cura della persona come un soggetto dispensatore di cure, che risponda ai bisogni dei suoi assistiti, senza aver bisogno anch’ esso di attenzioni. La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori del settore di cura della persona mira anche a diminuire il rischio di conflitti nei reparti di lavoro.

La maggior parte di essi sono donne che hanno lasciato il loro Paese al fine di mantenere la propria famiglia. Spesso provengono dai Paesi dell’Est Europa e hanno intrapreso il viaggio da sole. Spesso con titoli di studio elevati alle spalle, queste donne hanno lasciato il marito e i figli nel proprio Paese d’origine, cosa che causa loro ulteriori fragilità, sensi di colpa e nostalgia.

Lo scontro tra pari sembra essere la chiave sotto la nascita dei conflitti tra i lavoratori del settore di cura alla persona. Interessante è comprendere come, in alcuni ambienti lavorativi, si possano rilevare casi di bullismo verso i lavoratori di origine straniera.

La definizione di bullismo sul lavoro presa in considerazione è la seguente: il trattamento negativo diretto a uno o più lavoratori da parte di colleghi o superiori in una situazione nella quale la vittima abbia difficoltà a difendersi. Il bullismo può manifestarsi come esclusioni, umiliazioni e offese verbali atte ad offendere e umiliare la vittima.

Si può dunque pensare che i rapporti tra pari siano, nel settore del lavoro di cura, quelli più complicati, spesso basati su esclusioni e discriminazione che portano i lavoratori ad essere scontenti, frustrati e tendenti al conflitto. Questo clima non è da sottovalutare: esso può compromettere la salute psicofisica e il benessere dei lavoratori, quanto il funzionamento dei reparti e il benessere dei clienti.

La diversa percezione del lavoro e della cura dell’anziano creavano, infatti, tensioni culturali tra lavoratrici straniere e irlandesi. Va inoltre evidenziato come lo studio rilevi che gli episodi di razzismo da parte di pazienti anziani venivano spesso benevolmente perdonati mentre quelli da parte dei colleghi venissero vissuti con particolare sofferenza. Inoltre, in caso di mancato intervento dei superiori nell’ arginare il razzismo tra colleghi, le lavoratrici straniere sviluppavano un senso di alienazione al lavoro.

Portare un miglioramento del clima dell’ambiente di lavoro, migliorare il benessere di lavoratrici e pazienti ed incrementare la qualità dei servizi sono obiettivi fondamentali per il funzionamento di un’azienda, anche nel settore dei servizi, e possono portare a benefici economici e all’ ulteriore sviluppo di essa.

 

Vuoi restare sempre aggiornato?

_______

Ricevi gli ultimi articoli nella tua casella di posta.