È iniziata la “fase due” e un po’ per volta le aziende stanno riaprendo i battenti (o si preparano a farlo). E dato che per la riapertura è fondamentale il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro fra il Governo e le parti sociali (che solo per finire di leggere il titolo praticamente siamo già alla “fase tre”), abbiamo pensato che facesse comodo un bel riassuntone alla “parla come mangi”.
Prima di cominciare, solo qualche veloce precisazione.
A che serve il Protocollo?
A non ammalarsi di coronavirus sul lavoro.
Inoltre:
Detto questo, cominciamo!
I lavoratori devono essere informati su:
Che ne pensi di risolvere facilmente la questione delle info generali con un kit grafico già pronto? Chiedi a noi.
Entra solo chi:
I lavoratori che si sono presi il virus possono rientrare solo dopo aver ottenuto certificato medico che dice che il tampone adesso è negativo (leggi anche Coronavirus, il contagio sul lavoro è infortunio).
Si può riassumere così: ZERO CONTATTI non solo con i dipendenti aziendali, ma anche con i luoghi frequentati dai dipendenti aziendali, compresi i bagni. I fornitori devono avere percorsi e zone riservati solo a loro. Se proprio ci deve essere un contatto, ovviamente DPI (mascherine, ecc…) e tutte le precauzioni del caso.
Come comportarsi con i visitatori esterni (impresa di pulizie, manutenzione…)?
Accesso ridotto al minimo e comunque sottostando a tutte le regole aziendali.
Come comportarsi con le aziende in appalto?
Tu azienda committente informi l’impresa appaltatrice dei contenuti del tuo Protocollo e lei si adegua e li rispetta. Casa tua, regole tue.
In generale: pulizia giornaliera e sanificazione periodica.
Se in azienda si verificano casi positivi o casi sospetti, allora sanificazione straordinaria. Lo stesso vale al momento della riapertura delle attività che si trovano in zone particolarmente colpite dal virus.
Leggi anche Coronavirus: pulizia o sanificazione? Scopriamo le differenze.
Prima di tutto lavarsi bene e spesso le mani. Il datore di lavoro provvede a disseminare detergenti per le mani un po’ ovunque.
Mascherina per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni.
A seconda della mansione e della distanza interpersonale, anche altri DPI (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc…).
Non trovi le mascherine? Il Decreto dice, parafrasando: “visto che siamo nel caos, solo per questa volta va bene un po’ tutto (mascherine senza marchio CE, ecc…), basta che abbiano i requisiti minimi dettati dall’autorità sanitaria”. Altrimenti chiedi a noi: abbiamo partner per la fornitura di tutti i DPI necessari a fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Leggi anche Coronavirus: in arrivo il bonus per acquisto mascherine e dpi.
Accesso contingentato, per il minor tempo possibile e a distanza gli uni dagli altri.
Pulizia giornaliera e sanificazione periodica.
Leggi anche Coronavirus: pulizia o sanificazione? Scopriamo le differenze.
Riassumendo: usa le soluzioni di cui sopra o altre soluzioni creative, basta che limiti al massimo il numero di persone contemporaneamente presenti sul luogo di lavoro e garantisca la loro sicurezza.
Leggi anche Smart working e sicurezza sul lavoro: come funziona?.
È buona cosa favorire ingressi e uscite scaglionati, meglio ancora se si può dedicare una porta solo all’entrata e una solo all’uscita, mettendo i detergenti per le mani in zona.
Spostatevi il meno possibile, riunitevi il meno possibile (se proprio dovete farlo, fatelo a debita distanza e pulendo/arieggiando i locali), no eventi interni, no formazione dal vivo, sì formazione a distanza.
Leggi anche Formazione a distanza: cos’è e come funziona.
Bruciate ogni cos… NO, SCHERZIAMO!
Isola la persona con sintomi sospetti, dotandola (se già non l’aveva) di mascherina chirurgica.
Isola anche le altre persone presenti.
Avverti le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il COVID-19 forniti dalla Regione o dal Ministero della Salute.
Se un lavoratore risulta positivo, aiuta le Autorità a ricostruire i suoi contatti stretti (scopri cos’è un contatto stretto nel nostro articolo COVID-19 e aziende: domande e risposte).
La sorveglianza sanitaria periodica prosegue, nel rispetto del decalogo sulle misure igieniche del Ministero della Salute.
Cosa fa il medico competente?
Qualche curiosità sul medico competente? Leggi anche Quando è obbligatorio nominare il Medico Competente?.
Le aziende costituiscono un Comitato per l’applicazione del Protocollo, coinvolgendo più figure chiave (leggi il punto 13 del Protocollo).
E con il 13° punto (che porta bene) si conclude il Protocollo di sicurezza sul lavoro per il COVID-19.
Ma attenzione! Di Protocolli ce ne sono 3: uno è questo ed è quello generale, gli altri due riguardano:
Ma di quelli parleremo un’altra volta.
Se desideri passare dalla teoria alla pratica e mettere in azione tutto quello che è scritto sopra per riaprire al tua attività, sappi che puoi affidarti a C.A.R.E..
Cos’è C.A.R.E.? Te lo spieghiamo così: c’è da fare il protocollo e noi te lo facciamo. Bisogna aggiornare la valutazione dei rischi: ci pensiamo noi. Sei tenuto a fare formazione ai lavoratori per quanto riguarda il COVID? Eccoci qui. IL DPCM ti dice che devi informare i tuoi dipendenti? Ti diamo noi il kit grafico. Insomma: non ti diciamo semplicemente cosa devi fare, ma lo facciamo noi per te. Inoltre con la nostra rete di partner garantiamo anche una soluzione per tutti i bisogni collaterali legati alla riapertura, come la fornitura di DPI, l’assistenza legale o assicurativa e le sanificazioni (con pure uno sconto). Scarica la brochure!
Consulta il testo completo del DPCM 26 aprile 2020 sulla “fase due”.
Hai bisogno di sapere se la tua Azienda può rimanere aperta?
Cerca il codice ATECO della tua attività nell’allegato 3 del DPCM 26 aprile 2020.
Non sai qual è? Scoprilo qui.