RAMADAN E LAVORO: QUANDO RELIGIONE E CULTURA DELLA SICUREZZA S’INCONTRANO

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Diritto di tutela della salute e diritto di libertà di culto, sono entrambi diritti garantiti sia dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo sia dalla Costituzione della Repubblica Italiana ad ogni individuo.
“L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”, in più il datore di lavoro deve “adottare le misure tassativamente previste dalla legge, ma anche tutte le altre misure richieste in concreto per salvaguardare la salute del lavoratore”.
Il Corano stabilisce che nel mese di Ramadan tutti i musulmani digiunino dall’alba al tramonto.
I lavoratori musulmani, durante il periodo di Ramadan, vanno supportati poiché la loro condizione di digiuno e di stile di vita porta una serie di possibili rischi nell’attività lavorativa (disidratazione, perdita di coscienza…).
Il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare tutti i rischi compresi quelli legati alle differenze di genere, all’età e alla provenienza da altri paesi.
In sintesi, cosa si consiglia di fare al datore di lavoro in questo periodo (il Ramadan quest’anno è iniziato  il 6 giugno)?
1. Verificare quanti dei propri lavoratori seguono il Ramadan;
2. Segnalare al Medico Competente i suddetti lavoratori al fine di prevenire effetti avversi nei soggetti maggiormente sensibili al digiuno;
3. Predisporre un piano di lavoro per garantire una distribuzione dei carichi di lavoro che tenga conto del digiuno dei propri lavoratori;
4. Favorire momenti di recupero durante la giornata lavorativa;
5. Predisporre un piano di monitoraggio per la sicurezza durante il periodo di Ramadan con i lavoratori coinvolti;
6. Predisporre delle misure di supporto in caso di malore per questi lavoratori in modo specifico;
7. Garantire momenti di informazione/formazione sul rapporto tra lavoro e digiuno, avvalendosi, magari, di mediatori culturali qualora ci siano problemi di comunicazione;
8. Segnalare e registrare situazioni di malore in questa categoria di lavoratori, comunicandole al Medico competente.

 

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