Il lavoro in piedi: rischio emergente?

DATORE DI LAVORO CHE OMETTE DI SEGNALARE UNA SITUAZIONE DI PERICOLO: RESPONSABILITA’ ANCHE NEI CONFRONTI DITERZI
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Stare in piedi provoca una contrazione permanente dei muscoli del corpo e delle gambe. I muscoli svolgono un lavoro statico e se non possono distendersi si affaticano rapidamente. Inoltre, le articolazioni, i legamenti e i dischi intervertebrali sono fortemente sollecitati. Stare in piedi aggrava maggiormente la circolazione sanguigna e richiede più energia che stare seduti.

Restare  in  piedi  per  un  lungo  periodo  di  tempo  può  però  determinare  affaticamento  e  sofferenza:  i tendini  e  i  muscoli  sono  in  una  condizione  di  sovraccarico,  le  strutture  articolari  vengono  compresse,  va  aumentando  la  probabilità di un ristagno venoso agli arti inferiori.  Si ha prima una sensazione di affaticamento che si trasforma in dolore: se questa  condizione si protrae nel tempo si può arrivare ad una vera e propria sindrome in  grado di condizionare pesantemente la vita lavorativa e sociale di questi lavoratori

E’ un dato di fatto che..

  • Molte persone trascorrono gran parte del tempo di lavoro in piedi (commesse/i, promoter, apriporta, addetti ai grandi magazzini, etc.);
  • Diversi lavori possono essere svolti unicamente stando in piedi;
  • Stare a lungo in piedi è molto faticoso;
  • Stare in piedi (così come stare a lungo seduti) può causare disturbi alla schiena, alle gambe e ai piedi
  • Tutto ciò comporta assenze dal lavoro e costi considerevoli.

Nella  gran  parte  degli  esercizi  la  possibilità  di  interrompere saltuariamente  la postura eretta non è neppure presa in considerazione. In nessun Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) il lavoro in piedi è trattato come “rischio”: nei pochi casi in cui l’Organo di Vigilanza ha dato prescrizioni nel merito qualche Azienda ha ottemperato  ma  altre  hanno  fatto  opposizione. Il  motivo  più  comune  per  cui  i  lavoratori  devono stare  in  piedi  è l’immagine.  Stare  in  piedi  viene  valutato  come  un segno  di  cortesia,  di  attiva disponibilità, mentre stare seduti  in presenza di  clienti da  l’idea di passività,  in qualche modo  di scortesia.  Si  arriva  però  alla  condizione  in  cui  ai  lavoratori  è vietato sedersi anche in assenza di clienti. In realtà è assolutamente possibile che sia assicurato un servizio efficiente e gradito dai  clienti senza mettere a rischio piedi, gambe, schiena.

Proponiamo di seguito una serie di misure preventive nei casi in cui non sia possibile alternare la posizione in piedi con quella seduta:

–          Prevedere la rotazione dei compiti: attività variate per i collaboratori (Job Rotation);

–          Organizzare il lavoro in modo da permettere una maggiore alternanza di movimenti;

–          Ripartire le pause;

–          Cambiate più volte le scarpe durante la giornata (cambiamento del peso esercitato sui piedi)

–          Salire le scale a piedi invece di prendere l’ascensore per recarsi nel locale pausa;

–          Praticare attività sportive nel tempo libero

 

Fonte: asl Milano – Dipartimento di Prevenzione medico e servizio di prevenzione e protezione  negli ambienti di Lavoro

 

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