RISCHIO DA SCARICHE ATMOSFERICHE

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Diciamo la verità: quanti di noi hanno paura di saette e fulmini ad oggi? Questa fobia ci accompagna sin dalla tenera età e, ad alcuni, è venuta voglia di combatterla più che ad altri.

Il D.lgs. n. 81/2008 e s.m.i. ci viene incontro obbligando a valutare il rischio da scariche atmosferiche per tutti gli edifici nei quali vengono svolte attività lavorative.
Dal 2013, infatti, è entrata in vigore la norma CEI EN 62305-2: questa fornisce le procedure di valutazione di tale rischio e viene applicata ai livelli da calcolare ed il confronto con i livelli tollerabili di rischio. Abbiamo, così, la capacità di poter scegliere appropriate misure di protezione per contenere il rischio da scariche atmosferiche entro i limiti previsti.

L’obbligo dell’attuale normativa concerne la verifica dell’edificio in esame, valutando se risulti autoprotetto o meno.
Nel primo caso i risultati valutati saranno al di sotto del rischio tollerabile e non richiedono interventi particolari per la prevenzione e la protezione. Se andiamo a superare (anche se in egual misura) il rischio tollerabile con la nostra valutazione, il datore di lavoro deve prevedere ed adottare misure di prevenzione e protezione da scariche atmosferiche per ridurre il rischio a valori accettabili, come dettato dalla norma CEI EN 62305-2.

Se per l’edificio in oggetto, la valutazione era già stata effettuata in base alla precedente normativa in materia, occorre effettuare nuovamente la valutazione conformemente alla nuova norma CEI EN 62305–2 e, se necessario, occorrerà individuare e realizzare le misure di protezione necessarie a ridurre il rischio a valori non superiori a quelli ritenuti tollerabili dalla stessa norma.
Per i nuovi edifici comunque si utilizza come da norma attuale, la valutazione del rischio da fulminazione con successiva redazione di un progetto di protezione contro i fulmini.

In questo modo saremo anche più sereni nelle nostre notti tempestose.

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