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Molti ambienti lavorativi sono stati analizzati e studiati in merito all’ incidenza, alla tipologia e alle conseguenze di infortuni e malattie professionali; non altrettanto si può dire per i rischi per la sicurezza e per la salute che interessano gli ambienti di vita.

In particolare per quanto riguarda le piscine forniremo un supporto agli utenti e al personale lavorativo in merito alla tutela della salute ed alla sicurezza, con particolare riferimento ai rischi derivanti dagli agenti fisici, chimici e microbiologici presenti nei contesti considerati, fornendo, nel contempo, elementi per il controllo e la prevenzione di tali rischi.

Vogliamo ricordare che nelle piscine, sia i frequentatori che i bagnanti possono essere soggetti ad infortunio, di lieve o forte entità.

In particolare è possibile che si verifichino infortuni dovuti a cadute e scivolamenti, tali da comportare:

– lesioni dell’apparato scheletrico;

– fratture del cranio, lacerazione del timpano;

– fratture al tratto cervicale, dorsale, lombare, osso sacro, coccige;

– fratture al bacino, al torace;

– fratture agli arti superiori (braccio, avambraccio, polso e mano);

– fratture agli arti inferiori (femore, tibia, perone, piede);

– lesioni dentarie;

– lesioni muscolo-tendinee.

Ulteriormente si evidenziano pericoli connessi all’uso delle piscine, con i relativi rischi per la salute e sicurezza:

fisici: annegamento, semi-annegamento, traumi dovuti ad infortuni da impatto;

– associati a caldo, freddo e luce solare: danni causati da agenti fisici (es. esposizione acuta al calore del sole, esposizione al freddo nelle piscine da immersione);

– associati alla qualità dell’acqua: ingestione, inalazione o contatto con patogeni, virus, funghi, protozoi e agenti chimici che possono essere presenti nell’acqua e a bordo vasca;

– associati alla qualità dell’aria: inalazione di agenti chimici.

Si ricorda poi che l’annegamento è un fenomeno a bassa incidenza ma ad elevata letalità. In Europa ogni anno si verificano 28.000 annegamenti fatali, con un tasso medio pari a circa 35 morti ogni milione di abitanti/anno. Gli uomini presentano tassi di mortalità superiori più di 4 volte e mezzo rispetto alle femmine. Nei 27 paesi dell’Unione Europea, su circa 7.000 morti l’anno durante attività sportive, l’80% dei casi è relativo all’ attività del nuoto con casi di annegamento e in media ci sono circa 650 incidenti al giorno dovuti al nuoto in piscina.

Riguardo agli aspetti normativi (situazione italiana), il 16 gennaio 2003 ha approvato l’accordo sugli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio; in un secondo momento è stato stipulato l’Accordo 16 dicembre 2004 tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sulla disciplina interregionale delle piscine, che sviluppa alcuni elementi dell’Accordo 2003 e introduce altri aspetti di competenza delle Regioni, costituendo la base delle successive norme regionali. Si segnala, tuttavia, che entrambi gli accordi non hanno alcuna forza di legge, ma costituiscono un preciso impegno politico e istituzionale, già condiviso sul piano tecnico.

Il nostro articolo si sofferma sugli utenti e sul personale e indica che tra le figure professionali nominate dal titolare al fine di garantire la sicurezza dei bagnanti e la funzionalità dell’impianto vi sono il responsabile e l’assistente bagnanti. Il titolare stesso può decidere di assumere formalmente la funzione di responsabile.

In particolare il responsabile della piscina deve:

– osservare le normative previste per la sicurezza nei luoghi di lavoro;

– rispettare le eventuali prescrizioni imposte dall’Autorità di pubblica sicurezza in occasione di manifestazioni sportive, oltre che adempiere ai regolamenti delle federazioni sportive del CONI, afferenti alle attività natatorie;

– assicurare il corretto funzionamento della struttura sotto ogni aspetto gestionale, tecnologico e organizzativo;

– assicurare il rispetto dei requisiti igienico-ambientali previsti dall’allegato 1 dell’accordo del 2003;

– assicurare la corretta esecuzione delle procedure di autocontrollo previste (dai successivi articoli);

– assicurare che siano eseguite la pulizia quotidiana con l’allontanamento di ogni rifiuto e la disinfezione periodica, secondo quanto previsto dalle disposizioni regionali e dalle procedure di autocontrollo;

– adottare tutte le misure idonee ad evitare infortuni ai bagnanti ed ai frequentatori dell’impianto;

– incaricare solo personale qualificato e professionalmente capace;

– vigilare sull’operato del personale impiegato in modo da non incorrere in situazioni di responsabilità;

– porre attenzione ai contenuti di una buona assicurazione di responsabilità civile verso terzi e/o prestatori d’opera, che copra tutti i rischi inerenti all’uso dell’immobile e delle sue pertinenze, la permanenza dei medesimi, la gestione del servizio e delle attività effettuate, compresi eventuali sinistri ai bagnanti ed a chiunque, a qualunque titolo, acceda all’impianto natatorio.

L’assistente bagnanti deve assicurare la propria presenza durante l’orario di funzionamento della piscina. Abilitato alle operazioni di salvataggio ai sensi della normativa vigente vigila, ai fini della sicurezza, sulle attività che si svolgono in vasca e negli spazi perimetrali intorno ad essa. Deve essere abilitato dalla Società nazionale di salvamento o dalla Federazione italiana nuoto.

Inoltre l’accordo interregionale del 2004 distingue l’assistente bagnanti dall’addetto agli impianti tecnologici, in quanto il primo dovrà interessarsi anche al comportamento degli utenti principalmente con azioni educative che portino all’aumento di comportamenti sicuri, con una conseguente riduzione dei costi assicurativi ed un miglioramento del livello di gestione, anche in termini di qualità percepita. L’assistente bagnanti deve inoltre essere formato al primo soccorso, per poter assicurare l’assistenza negli orari di funzionamento dell’impianto.

Buona piscina Sicura a tutti!

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