La legge contro gli sprechi alimentari è stata approvata in via definitiva dal Senato, ma, al contrario di quanto ha fatto la Francia, non è prevista nessuna sanzione per chi, invece di puntare al recupero, continua a scegliere la soluzione più rapida e comoda di buttar via quello che non è stato consumato. Onlus e fondazioni che si occupano di recupero e distribuzione di alimenti apprezzano questa nuova legge, ma sperano che la nuova normativa raggiunga l’obiettivo di dimezzare gli alimenti sprecati, il cui valore ammonta in Italia a oltre 8 miliardi di euro l’anno. Tuttavia i Conservatori e riformisti (Cor), al momento del voto si sono astenuti, poiché l’assenza di un sistema sanzionatorio indebolisce il testo. Parigi, per esempio, ha previsto multe fino a 75mila euro (a seconda della superficie di vendita) e fino a due anni di carcere per i proprietari dei supermercati che mandano al macero le derrate alimentari invece che regalarle a organizzazioni caritative.
La legge, presentata nel 2015 durante l’Expo nell’ambito del “progetto SprecoZero“, punta all’incremento del recupero e della donazione delle eccedenze alimentari e di prodotti farmaceutici e di altro tipo “a fini di solidarietà sociale”. Potranno essere ceduti, a titolo gratuito, anche i prodotti agricoli che restano sul campo, così come le rimanenze di attività promozionali, i prodotti che stanno per scadere e quelli che non sono idonei alla vendita per alterazioni dell’imballaggio, ma che comunque si sono ben conservati. Il pane in eccedenza potrà essere donato nell’arco delle 24 ore dalla produzione e i ristoranti potranno preparare per i clienti le cosiddette “doggy bag“.
Potranno essere regalati gli alimenti che hanno superato il termine per la conservazione indicato con l’espressione “da consumarsi entro il…”, purché siano garantite le giuste condizioni di conservazione e l’integrità dell’imballaggio. Così come gli alimenti che presentano irregolarità di etichettatura, non riconducibili alla data di scadenza o alle sostanze che provocano allergie e intolleranze. Le donazioni serviranno innanzitutto per il consumo delle persone, ma quelle non idonee potranno essere cedute per il consumo degli animali. In caso di confisca di prodotti alimentari, l’autorità da oggi disporrà la cessione gratuita con priorità all’alimentazione dei bisognosi e in seconda battuta come mangime per animali.
La legge dà ai Comuni la facoltà di ridurre la tariffa sui rifiuti alle attività commerciali e produttive che si occupano di alimenti e che a titolo gratuito li cedono agli indigenti e alle persone in condizioni di bisogno o per l’alimentazione animale. Potranno ricevere e distribuire le donazioni agli indigenti non solo le onlus ma anche enti pubblici “costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche“. Il ministero della Salute potrà emanare Linee guida per gli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti.
Viene poi istituito presso il ministero dell’Agricoltura un fondo con dotazione di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 destinato al finanziamento di progetti innovativi per limitare gli sprechi, riutilizzare le eccedenze e promuovere la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili. Altrettanto verrà destinato alla promozione dell’utilizzo dei contenitori “take away” nei ristoranti per portarsi a casa gli avanzi. Potenziato il ruolo del Tavolo indigenti del ministero guidato da Maurizio Martina, che insieme a enti caritativi, industria e grande distribuzione vedrà la partecipazione anche delle organizzazioni agricole. Per il Tavolo è anche previsto un finanziamento di 2 milioni di euro per l’acquisto di alimenti da destinare agli indigenti da parte dello stesso ministero.
“In questo modo verranno dimezzati gli sprechi, gli incentivi saranno più efficaci delle sanzioni”: parola di Onlus.