L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ritiene lo stress lavoro correlato un rischio emergente da non sottovalutare. Secondo le statistiche del Ministero della Sanità lo stress legato al lavoro è la seconda malattia professionale più diffusa nell’Unione Europea dopo il mal di schiena. Un’indagine svolta dall’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute del Lavoro rivela che in Italia il 27% dei lavoratori attivi vive una condizione di stress, legata anche ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro quali: ristrutturazioni aziendali, precarietà del lavoro, invecchiamento della forza lavoro, etc.
Lo stress rientra in quelli definiti come rischi psicosociali i quali derivano da inadeguate modalità di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro e da un contesto lavorativo socialmente mediocre e possono avere conseguenze psicologiche, fisiche e sociali negative.
Campanelli d’allarme rivelatori sono assenteismo e turnover ma, ovviamente, la valutazione sul rischio di stress che le aziende sono tenute ad effettuare deve considerare variabili oggettive, diverse per ogni singola realtà aziendale. I suoi effetti possono manifestarsi associati in diverso modo, non essere tutti presenti contemporaneamente e presentarsi in tempi e con intensità diversi.
Cosa deve fare il datore di lavoro?
Ricordando che dal 31/12/2010 è obbligatoria la valutazione dello stress lavoro correlato, il Datore di lavoro una volta valutato il rischio deve migliore le condizioni di lavoro e del benessere organizzativo. La valutazione non deve consistere in un semplice adempimento in termini di requisiti di legge come misure pianificate sulla carta, bensì in un vero e proprio cambiamento di qualità del lavoro.
I tecnici di Sfera Ingegneria sono disponibili per informazioni e chiarimenti in merito alla valutazione del rischio stress lavoro-correlato: info@sferaingegneria.com – 055 895 2563.