BUONI PROPOSITI PER IL NUOVO ANNO: SMETTERE DI FUMARE!!!!
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), “il controllo del fumo di tabacco è il più importante intervento che un Paese possa promuovere per migliorare al tempo stesso la salute dei propri cittadini e i conti della spesa sanitaria” ed è considerato una priorità a causa dei dati d’incidenza delle patologie fumo-correlate.
Non è cosa oscura che il fumo da tabacco sia causa di tumori al polmone, della bocca, della faringe, della laringe, dell’esofago, del pancreas, della vescica, del rene, dello stomaco, del collo dell’utero o di leucemia mieloide acuta.
Il fumo è anche causa di malattie cardiovascolari e di malattie respiratorie sia acute sia croniche.
I fumatori hanno una maggiore probabilità di ammalarsi di diabete non insulino dipendente e di avere una forma più severa della malattia.
I fumatori hanno una maggiore predisposizione alla perdita dei denti o ancora, la loro fertilità è ridotta.
Nelle donne il tabagismo predispone alla rottura dell’anca e alla diminuzione della densità ossea.
Fumare in gravidanza può portare al distacco e alla rottura improvvisa della placenta.
È appurato che il fumo sia un’importante concausa di patologie da lavoro in quanto aumenta la suscettibilità all’azione di alcuni fattori di rischio professionale come sostanze chimiche, le polveri, il rumore, le vibrazioni, etc…
Fin qui non sono motivazioni sufficienti per smettere di fumare?
Vediamo allora cosa causiamo a chi respira il nostro fumo considerando che nel fumo passivo, per ora, sono state identificate almeno 50 sostanze cancerogene. I non fumatori che sono esposti al fumo passivo a casa o a lavoro hanno un rischio aumentato del 20-30% di sviluppare il cancro al polmone.
Il fumo passivo, anche in piccole quantità, contiene molte sostanze chimiche che possono rapidamente irritare e danneggiare la mucosa delle vie aeree. I bambini esposti al fumo passivo hanno più probabilità di morire per sindrome di morte improvvisa del lattante (SIDS) rispetto ai bambini che non sono esposti al fumo di sigaretta.
L’abitudine al fumo di tabacco è maggiormente diffusa fra gli operai che hanno un basso livello di istruzione e per i quali, in genere, sono maggiori i rischi lavorativi e infortunistici dovuti a sostanze pericolose.
Dai dati statistici emerge che per gli uomini è maggiormente diffusa l’abitudine al fumo tra i lavoratori della chimica, i minatori e i cavatori, a seguire troviamo i muratori, gli edili, i camerieri, i commercianti e commessi ed infine gli scaricatori.
Per le donne i dati dimostrano che quelle più propense al fumo sono le cameriere, le cuoche, le bariste, le addette alla pulizie.
Il fumo passivo nel luogo di lavoro ha causato oltre 7000 decessi all’anno in Europa.
Tra le molteplici interazioni tra i rischi occupazionali e l’abitudine al fumo di tabacco, non è sottovalutabile il fatto che il fumo possa aumentare gli incidenti e gli infortuni sul lavoro o che alcune patologie polmonari correlate ai rischi occupazionali possano essere influenzate negativamente dal tabagismo.
In Azienda è opportuno che il fumo di tabacco venga considerato attentamente sia per l’applicazione del divieto che per la valutazione del rischio globale.
Si consiglia all’Azienda di applicare un vero e proprio sistema di gestione del fumo di tabacco volto al divieto di fumare e soprattutto mirato ad attivare un vero e proprio percorso di promozione della salute dedicato ai fumatori coinvolgendo anche il Medico Competente, le AUSL, i centri territoriali antifumo, il personale (sanitario e non) e qualsiasi persona di supporto al fumatore che deve smettere di fumare.