L’anello al dito, il famoso “brillocco”, è il sogno di quasi tutte le donne ma a lavoro si può portare? Ovviamente dobbiamo contestualizzare questa domanda perciò immaginiamo di essere lavoratrici/lavoratori che durante la loro quotidiana attività lavorativa fanno uso di macchinari in cui è probabile il rischio di trascinamento e di impigliamento. Bene, adesso riponiamoci la stessa domanda: si possono portare anelli, bracciali, ciondoli e collane a lavoro? La risposta di chi pensa alla propria salute e sicurezza è: “No, non si può portare né l’anello di fidanzamento né quello di matrimonio né qualsiasi altro abbellimento di gioielleria o bigiotteria che per ognuno di noi assume un significato diverso anche in base al valore affettivo”.
Se l’Azienda dà precise indicazioni riguardanti il divieto di utilizzo di anelli, bracciali, collane/catene al collo durante l’orario lavorativo è, ovviamente, per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Tutte le buone pratiche si devono basare sulla famigerata valutazione dei rischi quindi, se viene valutato che ci sia il rischio di impigliamento, bisogna far in modo che l’evento non accada (per quanto possibile) o che il danno sia limitato, adottando le misure che riteniamo più opportune.
Ci sono specifici riferimenti normativi riguardo al tenere i capelli raccolti o riguardo al tipo di abbigliamento che si deve tenere quando il rischio di trascinamento/impigliamento è presente (per esempio: Niente abiti a manica larga).
I riferimenti normativi su gioielli, bracciali, anelli a lavoro non sono presenti ma il buon senso ci spinge a vietarne l’utilizzo quando il rischio di subire danni per impigliamento è presente.
Quinti, dando uno schiaffo al romanticismo e alla vanità, niente bracciali, niente collane o catenine da collo e soprattutto via anelli (fede nuziale inclusa).